Nel mondo di oggi i giovani incontrano serie difficoltà a venir assunti, i lavori sono a progetto e a tempo determinato, passano attraverso le cooperative e sono strettamente legati ai risultati raggiunti; gli operatori sociosanitari devono pertanto essere particolarmente preparati, devono sapere cosa proporre, come muoversi, cosa aspettarsi e cosa offrire. Tutto questo è possibile solo se si ha piena consapevolezza della pratica operativa, dato che nel lavoro in ambito “psi”, più che in altri, si utilizza se stessi e le proprie mappe per muoversi. E’ importante riflettere sugli scenari in cui la professionalità potrà spendersi, sulla danza che in questi contesti si potrà mettere in atto, sulle operazioni da proporre e diventa fondamentale non improvvisare ma operare sulla base di obiettivi precisi e ben definiti.
Non è facile entrare in un contesto; è sempre comunque necessario guadagnarsi la propria posizione all’interno di un gruppo di lavoro, confrontandosi con colleghi che da tempo condividono un punto di vista ed una prassi consolidata. Il primo passo è quindi sapersi integrare e costruire l’autorevolezza necessaria sia ad affermare la propria specificità che a diventare parte della prassi comune. Ciò premesso è comprensibile l’impatto emotivo (paura? rispetto? ignoranza?) di fronte ad un nuovo contesto in cui si deve entrare ad operare. Se la prima reazione istintiva è la fuga, la ragione ci induce ad imparare a leggerlo, a trovare un proprio spazio non ingombrante in esso. Apprendere le possibili strategie per farsi accettare, imparare le regole del contesto, esplorare i vincoli e le possibilità personali e della struttura, costruirsi una propria idea di quali siano le funzioni e i compiti, immaginare nuove strategie operative da proporre, sono alcune operazioni che questo testo intende analizzare.
Cercherò di raccontare l’ingresso nei possibili sistemi, le diverse posizioni che gli operatori vi possono occupare; analizzerò le regole da cui i contesti sono mossi e le leggi che regolano l’operatività e i mansionari (leggi e mansionari delle diverse professioni sono l’argomento della III parte del volume); le trappole in cui si rischia di cadere, le possibili collusioni che ne derivano, che rendono gli interventi ripetitivi e inefficaci oppure gli operatori malati di burn out. Spiegherò che le persone che lavorano insieme hanno pari dignità e che un commento di una infermiera è valido e va preso in considerazione quanto quello di psicologi e psichiatri. Non si tratta di appiattire tutti nel ruolo di un operatore unico, intercambiabile: non auspico questa evenienza. Le differenze di formazione e conseguentemente di lettura e di intervento costituiscono un valore aggiunto. Rispetto alle strategie da mettere in atto nell’entrare in un contesto; credo però utile distinguere tra coloro che riflettono sui modelli da loro utilizzati, che si confrontano e quelli che non lo fanno. Il libro insegna la possibilità di riflettere sulla propria operatività quale operazione che permette di gestire la complessità.
Il libro, differentemente dall’usuale, propone linee guida trasversali ai contesti e alle professioni: strategie per entrare e intervenire che sono comuni. L’operatività sociosanitaria è infatti sempre più suddivisa per ambiti ristretti di applicazione, si stanno costruendo associazioni e cooperative per intervenire in ambiti molto specifici e protocolli di cura diversificati per aree geografiche. Costruire linee guida trasversali alle professioni permette di non ricominciare ogni volta dal principio, di tener conto dell’esperienza delle persone che ci hanno preceduto e di imparare dall’esperienza degli altri (nella II parte del volume si riportano i resoconti della prima esperienza in un contesto nuovo di professionisti diversi).
Il libro offre percorsi di entrata e strategie specifiche per:
- Adattarsi al nuovo contesto
- Esplicitare, leggere e ridefinire la domanda
- Costruire l’operatività attraverso un progetto
- Costruire una rete di condivisione
- Monitorare la possibilità di esiti indesiderati
- Riflettere sul proprio mandato e sulle leggi inerenti la professione
Il libro è dedicato a chi, finita la formazione a volte totalmente teorica, deve interfacciarsi con un contesto di potenziale lavoro sociosanitario e non si sente pronto: assistenti sociali, educatori, psicologi, operatori generici, ma pure ostetriche, logopedisti, ginecologi, medici, psichiatri… E’ dedicato a tutti gli operatori che operano nei Servizi sociosanitari e nei contesti connessi con il welfare, qualunque sia la loro professione e posizione, se sono alle prime armi e hanno bisogno di venire edotti circa il potere dei sistemi e delle organizzazioni di influenzare i comportamenti di chi vi “abita”; se sono esperti ma vogliono sistematizzare l’operatività che già mettono in atto, le trappole che hanno evitato, per organizzare il processo che li guida e comprendere approfonditamente il significato della loro partecipazione ai giochi in atto. Naturalmente questo libro è dedicato a coloro che sono interessati all’ottica sistemica, al rispetto della complessità, meglio se da una posizione riflessivo-costruttiva. Solo a chi già lavora o intende lavorare nei contesti pubblici? Assolutamente no. Credo che anche nel privato del proprio studio sia fondamentale relazionarsi con l’inviante, con gli altri operatori coinvolti, col sistema determinato dal problema. Questo libro è infine specificamente dedicato agli psicologi che hanno concluso la laurea breve triennale e che hanno bisogno di suggerimenti pratici per muoversi.
Il mestiere degli operatori sociosanitari implica una costante riflessione sul proprio operato e questo libro può costituire uno spunto e offrire griglie sistemiche e sistematiche per riflettere. Attraverso le esperienze descritte e i casi presentati si intende ragionare sulle strategie che è necessario mettere in atto per adeguarsi a un nuovo contesto, non colludere e costruire una progettualità che non sia iatrogena e cronicizzante.