Il titolo dell’ultimo libro della psicologa Umberta Telfner, La manutenzione dell’amore (Castelvecchi editore) sembrerebbe in antitesi coi tempi che corrono. C’è poco da manutenere quando otto milioni di italiani sono single e proliferano relazioni mordi e fuggi e separazioni. Ma, recita l’epigrafe di Emanuele Trevi: «Non c’è scampo – una vita senza amore, fatalmente, si trasforma in qualcosa di così vizzo e polveroso (…) che non vale nemmeno la pena di parlarne». Prima dunque di arrivare all’arte di non far appassire le relazioni, la Telfener ha dovuto sviscerare una sfilza d’altre questioni. Per cui, le sue pagine risultano consigliabili anche a chi, per l’appunto, non ha (ancora) storie da manutenere.
- Provarci
Oggi furoreggiano “amori-briciola”, neologismo coniato dalla Telfener per le storie in cui all’altro si dà pochissimo. Siamo agli amori “ipermoderni”, sviscerati al culmine di una carrellata storica sui vari tipi d’amore. «Viviamo un eccesso di difesa», spiega la psicoterapeuta, «abbiamo paura di mostrare le nostre emozioni, di sembrare deboli, di soffrire, ma il concetto del due è implicito nella nostra nautra e fare i conti con l’altro è l’unico modo per evolversi».
- Come capire se è amore?
I più stanno lì a valutare i pro e i contro, ma pare sia il modo migliore per travisare la situazione. «L’amore è una sensazione non verbale, fatta di desiderio e curiosità, è irrazionale, come se di colpo i nostri orizzonti si allargassero», assicura la psicologa. L’amore c’è quando sentiamo che l’altro ci migliora.
Perché manutenere?
Entrati in un amore, verificato che è amore, perché mai dovremmo coltivarlo, se appena le cose virano al peggio possiamo ritentare altrove? «Vale la pena provarci soprattutto se ci sono dei bambini», sostiene la Telfner, «e vale la pena perché la coppia è una lente attraverso la quale acquisiamo nuovi punti di vista».
- Attenzione costante.
«Il primo motivo per cui le coppie si spengono è la disattenzione», decreta la psicologa, che cita la scrittrice Jeanette Winterson: “Non vederti quando mi stai davanti, non pensare a te nelle piccole cose. Non spianarti la strada, non prepararti la tavola…”. «Molti vivono la relazione come vomitatoio delle emozioni peggiori, senza accorgersi che è un modo per rimanere dentro le negatività», aggiunge l’autrice. L’amore si può invece nutrire affinché porti nuove soddisfazioni. All’uopo, il libro propone anche una serie di sperimentati esercizi di coppia.
- Esplicitare i bisogni
«Bisogna capire cosa vogliamo dall’altro. A volte, siamo preda di un’insoddisfazione generale e vorremmo che il partner ci salvi, dandoci ciò che non sappiamo di volere», spiega la Telfener. Si deve chiedere e mettere in conto che l’altro non dia: «Il gioco dell’amore è un cocktail tra indipendenza e connessione. La collega americana Esther Perel sostiene che oggi chiediamo a una singola persona ciò che una volta si chiedeva a un intero villaggio, come sicurezza e avventura». Aprire un dialogo è la cosa più difficile: «Molti invece sono bravi a recriminare solo per dimostrare che il loro rapporto fa schifo e poterne uscire, così, senza sensi di colpa».
- Trovare la giusta misura
Non bisogna chiedere come a un intero villaggio, tuttavia bisogna chiedere molto. «Tanti chiedono pochissimo e i motivi sono due: l’idea romantica che l’amore colmi i bisogni come per magia, e la falsa idea di autonomia per cui se abbiamo bisogno dell’altro ci indeboliamo. Ma il bisogno dell’altro ci lascia come siamo: forti se forti e deboli se deboli».
- Esplicitare i desideri.
Desideri e bisogni sono cose diverse: «I desideri non colmano una mancanza, ma costituiscono un arricchimento. Raccontarseli aiuta a costruire, nella coppia, una realtà propositiva».
- Tenere attiva la comunicazione
«Bisogna spegnere la televisione, deporre i tablet. Le coppie necessitano di tempo per raccontarsi che cosa gli accade », dice la Telfner. Non farlo rimanda al vecchio retaggio di matrice cattolica del “ti ho preso e ci devi stare”.
- Essere proattivi
Le cose non sono mai come appaiono: «Vedere l’altro come amabile porta a sentire amore e a produrre amore, considerare l’altro distratto porta a sentirsi abbandonati». E il nostro atteggiamento influenza la relazione: «Se mi sento poco amata, posso sollecitare rassicurazioni ottenendo risposte squalificate dal fatto stesso che le ho dovute chiedere, o posso far accadere nella coppia cose piacevoli che facciano star bene entrambi».
- I fatti oltre le parole
“Fare” è necessario. Molti promettono all’altro che faranno insieme qualcosa di bello, poi deludono, non realizzando mai nulla. «Invece, la coppia è come una bella scatola il cui peso specifico deve aumentare, grazie a quanto vi viene messo dentro: ricordi, cose fatte insieme, risate, litigi e confronti».